In evidenza: particolarmente suggestivo è il Castello la cui storia ha inizio all’incirca nell’anno 1000 molto probabilmente come sede di controllo del territorio. Durante i secoli è stato oggetto di diverse modifiche strutturali ed ha cambiato proprietà numerose volte. Il Castello, come lo vediamo adesso, è frutto di una costruzione del settecento che ha trasformato ciò che ne rimaneva in una villa edificata sui resti del preesistente fortilizio medioevale. Originariamente era costituito da due piani e quattro torri mentre oggi si possono vedere tre piani e tre torri. Questo perché durante la prima Guerra Mondiale la struttura fu gravemente danneggiata e fu in seguito ristrutturata dai conti d’Attimis Maniago che hanno dovuto abbatterne una parte.
Le attività culturali della frazione oggi sono incentrate nel sodalizio principale che raggruppa tutti gli abitanti, il CCR Cosa, attorno al quale si sviluppano le attività estive dell’ormai storico Torneo di Cosa in notturna, della festa della mamma e delle numerose altre attività che coinvolgono i più piccoli.
Note sulla chiesa parrocchiale: il paese di Cosa è richiamato in documenti del 1150, 1164, 1172 e 1281. La pieve era anche chiamata "Plebs S. Georgii de Cosa".
L’attuale chiesa di Cosa è opera del capo muratore di Provesano Giacomo Basso (iniziata nel 1846 e terminata nel 1870) e sorge sul luogo di un precedente tempio.
La facciata è di stile neoclassico, con l'occhio al centro del timpano e un piccolo timpano sopra la porta centrale; fra le lesene due lapidi dei Caduti della guerra 1915-18.
L'altare maggiore con il tabernacolo (in marmi policromi, attribuibile agli scultori veneti Bettamelli, fine Seicento) è di stile barocco e apparteneva alla vecchia chiesa; ai lati, le statue lignee di San Pietro e San Paolo Apostoli, della prima metà del 1900. L'acquasantiera è un'opera settecentesca, in pietra viva.
Nell'altare a sinistra è collocata la bella pala con la Circoncisione di Gesù, un'opera che mostra chiari segni della poetica veneta secentesca, con reminiscenze veronesiane e con un'impostazione classica ed equilibrata.
Il Cristo risorto nel coro e il Giudizio Universale nel soffitto (1990) sono dipinti ad olio di Lino Lenarduzzi (pittore di Domanins).
Sempre sulla sinistra è collocato un olio su tela raffigurante il patrono S. Tommaso Apostolo, risalente al sec. XVIII, di autore ignoto.Sulla parete destra della Chiesa un l'affresco devozionale con la Madonna della Salute (1875), staccato dalla facciata di una casa in via S. Antonio.
Oltre alle statue ai lati dell'altare, in una nicchia dell'altare a destra, protetta da un vetro, si trova la statua della Madonna Addolorata, probabilmente frutto della scuola (o industria) d'intaglio della Valgardena.