Chiesetta di San Nicolò della Richinvelda
La piana della Richinvelda sembra sia stata il nucleo giurisdizionale della Pieve, il centro del “gericht” - giudizio di sangue - dove sorgevano le forche dei nobili giustizieri di Spilimbergo e, a breve distanza, quelle di Valvasone.
I signori di Spilimbergo consideravano la cortina della Pieve di San Giorgio come il luogo più importante dei loro domini anche se appartenente ad una Pieve diversa dalla propria. In un documento datato 8 maggio 1281 Gio. di Zuccola prende possesso dei Feudi “spilimberghesi fuori e dentro la pieve di San Giorgio, pigliando frondi delle piante sorgenti sulla piazza e Cortina di San Giorgio”.
Nella prima metà del XII secolo sorse la chiesetta curata dal Pio Istituto Elemosiniero di San Nicolò che aveva lo scopo di dare assistenza spirituale ai condannati a morte, funzione che divenne di assistenza per i pellegrini, i bisognosi e le ragazze povere con la fine del patriarcato.
In questa piana il 6 giugno 1350, reduce da un Concilio regionale a Padova, fu ucciso il patriarca di Aquileia Bertrando di San Genesio per mano dei congiurati capeggiati da Enrico di Spilimbergo. Il corpo ferito del presule fu portato nella chiesa di San Nicolò dove spirò. Nella Chiesa due affreschi esaltano la carità del Patriarca, successivamente beatificato, e narrano la sua tragica fine. Sul luogo in cui fu colpito nel 1450, a un centenario dalla morte, venne collocato un cippo commemorativo per volere dei canonici concordiesi che avevano diritto di collazione sulla pieve di San Giorgio; nel 1760 fu beatificato dal papa Clemente XIII.
Nel 1895 sul posto fu collocato un nuovo pilastro con un’epigrafe dettata dal monsignor Leonardo Perosa e la consunta lapide precedente è ora conservata nella sacrestia della chiesetta.
L’altare interno, risalente al 1497, è opera datata e firmata da Giovanni Antonio Pilacorte. Il trittico, inserito in una cornice rinascimentale con motivi floreali, raffigura al centro la Vergine con il Bambino e ai lati San Nicolò e San Fortunato. In alto troviamo i simboli degli Evangelisti con sulla sommità il Padre Eterno benedicente. Il paliotto in pietra è opera dei lapicidi medunesi datato 1667. Uno scritto in alto sull’interno facciata della chiesetta datato 1901 ricorda che un tempo la chiesa era tutta affrescata e che fu nuovamente ridipinta, coprendo i precedenti affreschi, dal pittore udinese Antonio del Toso. La Confraternita del Pio Istituto Elemosiniero di San Nicolò fu soppressa nei primi anni dell’Ottocento, i beni furono incamerati dal governo napoleonico e l’edificio passò in proprietà al Comune di San Giorgio.
Kirche Von San Nicolò della Richinvelda
Die Ebene von Richinvelda scheint der Gerichtsbezirk der Pieve gewesen zu sein; der Mittelpunkt des "Gerichts" - Blutgerichts - wo die Gabeln der Adelsfürsten von Spilimbergo standen und in kurzer Entfernung die von Valvasone. Die Herren von Spilimbergo betrachteten die Pfarrkirche von San Giorgio als den wichtigsten Ort ihrer Herrschaft, auch wenn sie einer anderen Gemeinde angehörten. In einem Dokument vom 8. Mai 1281 nahm Gio Di Zuccola die Lehnen der “Spilimberger” außerhalb und innerhalb der Pfarrkirche von San Giorgio in Besitz. In der Ersten Hälfte des zwölften Jahrhunderts entstand die kleine Kirche, die vom Pio Istituto Elemosiniero von San Nicolò geleitet wurde, um zum Tode Verurteilten Menschen, Pilgern, armen Maedchen und Beduerftigen geistlichen Beistand zu leisten.
In dieser Ebene wurde am 6. Juni 1350 der Patriarch von Aquileia Bertrando di San Genesio von den Verschwörern unter der Führung von Enrico di Spilimbergo getötet. Der verletzte Körper des Bischofs wurde in die Kirche San Nicolò gebracht, wo er starb. In der Kirche heben zwei Fresken die Nächstenliebe des Patriarchen hervor,welcher später selig gesprochen wurde und von seinem tragischen Ende erzaehlt. An der Stelle, an der er 1450 starb, wurde ein Gedenkstein aufgestellt, der um 1760 von Papst Clemens XIII. gesegnet wurde.
Im Jahr 1895 wurde eine neue Saeule mit einer vom Erzbischof Leonardo Perosa diktierten Inschrift platziert und der vorherige Grabstein wird nun in der Sakristei der Kirche aufbewahrt. Der Innenaltar aus dem Jahr 1497 ist ein von Giovanni Antonio Pilacorte datiertes und signiertes Werk. Das Triptychon mit Blumenmotiven ist in einen Renaissance-Rahmen eingefuegt und stellt die Jungfrau mit Kind dar; an Ihrer Seite San Nicolò und San Fortunato. Etwas hoeher gelegen befinden sich die Symbole der Evangelisten mit dem ewigen Vater an der Spitze. Der frontale Stein ist das Werk der Meduner Steinmetze aus dem Jahr 1667. Eine Schrift, aus dem Jahre 1901, an der oberen Innenseite der Fassade, erinnert daran, dass die Kirche einst komplett mit Fresken bemalt und spaeter erneut uebermalt wurde und somit die früheren Fresken des Malers Udinese Antonio Toso ueberdeckte . Die Bruderschaft des Pio Elemosiniero Institute von San Nicolò wurde im frühen neunzehnten Jahrhundert abgeschafft, das Vermögen wurde von der napoleonischen Regierung beschlagnahmt und das Gebäude ging in den Besitz der Gemeinde von San Giorgio ueber.