Discorso del Sindaco in occasione della Commemorazione Di Caduti
Un cordiale saluto a tutti voi, a don Josif, agli Alpini, al picchetto storico, e ai rappresentanti delle forze armate.
Ci troviamo come di consueto i primi giorni di novembre a commemorare i Caduti nelle guerre a 100 anni da quei tragici eventi! Quella guerra combattuta sul fronte, al freddo, in mezzo al fango, in mezzo ai topi, dove i comfort odierni erano immaginabili. Lì, hanno perso la vita ad un numero inimmaginabile di giovani, di fronte al nemico per difendere i confini nazionali e gli ideali di patria di indipendenza, di democrazia e di pace.
A loro oggi va il nostro commosso ricordo ed il ringraziamento perché tramite il loro sacrificio ora abbiamo il privilegio di vivere in una nazione libera, democratica e civile.
Proviamo per un momento a tornare indietro di un secolo e ad immaginare il contesto in cui sono stati chiamati ad arruolarsi questi uomini nell’esercito; un contesto abbondantemente lontano da quello in cui oggi noi viviamo, in un’epoca moderna, dove i valori che i nostri anziani ci hanno insegnato sono appannati da nuovi idoli chiamati “influencer” con stereotipi, esempi e modi che sono molto lontani da quella realtà.
A noi oggi, che siamo il presente ed il futuro dell’Italia spetta il compito di ricordare il loro sacrificio nell’esempio, nella concretezza, nella sostanza dei fatti.
Ma in questo 2021 il ricordo va ad un uomo o forse ad un ragazzo, al milite ignoto, che con la sua storia sa ancora unirci e commuoverci. Sì, perché nella sua storia le famiglie italiane che avevano perso un congiunto poterono così piangere in quello sconosciuto milite il proprio figlio o marito o padre. Una storia in cui c’è tanto Friuli.
E quindi oggi, nel Centenario della traslazione e della solenne tumulazione nel sacello dell’Altare della Patria, celebriamo dunque anche quel Soldato, inizialmente voluto come “di nessuno” e subito percepito come “di tutti”.
A lui, al Milite Ignoto, il Consiglio Comunale di San Giorgio della Richinvelda ha conferito la Cittadinanza Onoraria, così come hanno deciso di fare in questa circostanza migliaia di altri Comuni Italiani. E’ il segno dei nostri sentimenti verso tutti coloro che quel Milite rappresenta, e che oggi sentiamo tutti ugualmente figli della nostre comunità.
In questo centenario del Milite Ignoto ricordiamo con commozione “le tappe della nostra storia, anniversari che raccontano il cammino che ci ha condotto ad una unità che non è soltanto di territorio” con l’impegno che “memoria e consapevolezza della nostra identità nazionale ci aiutano a costruire il futuro.”
Ma nella storia di quel milite, oggi vogliamo ricordare il ruolo delle DONNE, delle madri, delle mogli che spesso vengono dimenticate nella celebrazione dei caduti. Oggi voglio ricordare e commemorare quelle DONNE che nel silenzio della sofferenza, nell’angoscia quotidiana hanno vissuto quei tempi.
Tempi bui, nell’attesa di notizie dal fronte, nelle paure e nelle lacrime delle spose, nel dolore straziante delle madri che ricevevano la tragica notizia e nella dignità che in questi giorni la madre d’Italia ci ha ricordato. Quella DONNA, Maria Bergamas, chiamata ad Aquileia a scegliere, tra le undici bare di militi ignoti, uno, come se fosse il suo figliolo disperso in guerra.
Ed in questo ricordo dei caduti desidero commemorare anche coloro che dopo la guerra sono sopravvissuti, coloro che si sono tirati su le maniche, senza studi, ma che hanno educato i propri figli facendo grande la nazione.
Coloro che nonostante la mancanza di tutto, hanno insegnato il valore più grande: la dignità
Coloro che hanno sofferto nel silenzio, che hanno lavorato senza sosta e che si accontentavano di niente.
Coloro che hanno passato tante difficoltà senza sbandierarle sui social network.
E’ a loro che dobbiamo guardare in questa società moderna e confusa, loro potranno sempre insegnarci quei valori imprescindibili senza i quali una società non potrà definirsi civile: AMORE, EDUCAZIONE E RISPETTO.
L’Italia oggi ha bisogno di questi valori affinché le divisioni, l’invidia e l’odio si plachino!
E su tutto c’è estremo bisogno di coraggio, di esempi, di concretezza, senza i quali non potremmo definirci un paese democratico, e un paese libero.
Oggi su tutto abbiamo bisogno di fatti, siamo fin troppo bombardati dalle parole….
Ecco quindi che ognuno di noi potrà essere protagonista ogni giorno di un futuro migliore nel nostro paese, insieme alle forze armate, richiamandosi a quei valori fondamentali su cui la nostra Repubblica è nata ed al valore imprescindibile della Pace tra i popoli e le persone!
“la Pace non trovò né oppressi né stranieri” In queste parole della canzone del Piave, innalzata per la prima volta a melodia in onore ai caduti ad Aquleia 100 anni fa, dobbiamo riconoscerci oggi più che mai.
PACE! Pace che vi invito a costruire ogni giorno, insieme, attraverso il corretto utilizzo dei social network, nei commenti quotidiani ad essi legati, nella vita della comunità e tra le comunità.
E quell’odio, che sempre più invade le nostre strade e le nostre vite, insieme alla critica gratuita anche a chi la pensa diversamente, … o è chiamato a decidere, a governare, a dare risposte…. quell’odio sia sopraffatto dalle buone intenzioni che il ricordo dei caduti ci deve dare ogni giorno passando davanti ad un monumento ai caduti o leggendo le crude lettere che arrivavano dal fronte.
Concludendo questo mio appello, mi rifaccio a queste toccanti parole scritte da un milite la notte prima di essere ucciso, da un uomo o da un ragazzo che dentro di se era conscio che quelle erano le sue ultime ore di vita: "Ogni tanto, quando siete afflitti dai vostri travagli quotidiani, rivolgete solo per un attimo lo sguardo al cielo e ricordatevi di noi... e dei nostri vent'anni...”
Sia questo 4 Novembre un momento di riflessione per tutti noi… per portare concretamente pace tra nelle nostre case e tra le tante tastiere che sono il terreno di battaglia attuale.
Nel ricordo del sacrificio dei cari fratelli di AURAVA e del Comune intero, vi ringrazio per la partecipazione, vi esorto ad essere testimoni di buone azioni ogni giorno e con l’orgoglio di rappresentare oggi qui lo STATO, dico con coraggio VIVA L’ITALIA, VIVA LA REPUBBLICA!
Un ringraziamento alla parrocchia che ospita la cerimonia ufficiale, al coro, al CCR Aurava, agli Alpini, al picchetto storico, che oggi è privo di riconoscimenti nella divisa e indossando il solo elmetto ricorda il ruolo intrinseco del soldato.
Il Sindaco di San Giorgio della Richinvelda
Michele Leon